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Premessa

I documenti presentano informazioni relative al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto Funzioni Locali (2022-2024). Le trattative sono bloccate a causa del disaccordo tra CGIL e UIL, che rappresentano la maggioranza sindacale, e il Governo, riguardo all’insufficienza delle risorse stanziate per gli aumenti salariali. CISL, invece, si sarebbe mostrata favorevole alla firma. Il mancato accordo comporta un congelamento degli aumenti stipendiali per i dipendenti degli enti locali, causando forti malumori e proteste sindacali. La questione riguarda principalmente l’inadeguatezza degli aumenti proposti rispetto all’inflazione e la mancanza di risposte su problematiche specifiche del settore.

Quali sono le principali cause dello stallo nel rinnovo del CCNL Funzioni Locali?

Le principali cause dello stallo nel rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto Funzioni Locali sono principalmente di natura economica e riguardano la mancanza di accordo sulle risorse stanziate per gli aumenti salariali. In particolare:

  • Insufficienza delle risorse stanziate: Le sigle sindacali Cgil e Uil, che rappresentano la maggioranza al tavolo delle trattative, ritengono che le risorse stanziate dal governo nelle leggi di bilancio per il triennio 2022-2024 siano insufficienti a coprire l’aumento del costo della vita dovuto all’inflazione. Richiedono, infatti, il recupero integrale del potere d’acquisto perso dai dipendenti pubblici a causa dell’inflazione del 2022 e 2023.
  • Richiesta di aumenti tabellari: Cgil e Uil insistono sull’aumento dello stipendio tabellare, ritenendolo fondamentale per la dignità dei lavoratori. La bozza di contratto proposta dall’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) non soddisfa questa richiesta.
  • Mancanza di valorizzazione professionale: I sindacati lamentano l’assenza di strumenti di valorizzazione professionale nella bozza di CCNL, con particolare riferimento a categorie come la Polizia locale, gli operatori educativi, gli insegnanti, gli amministrativi, i tecnici, i demografici e gli assistenti sociali.
  • Aumenti salariali non in linea con l’inflazione: Gli aumenti salariali proposti, pari al 5,78%, sono considerati troppo modesti e ben lontani dall’inflazione del 16,5% registrata nel triennio di riferimento. In termini netti, gli aumenti risultano essere di poche decine di euro.
  • Blocco del tetto al salario accessorio: I sindacati chiedono la rimozione dei blocchi al tetto del salario accessorio, fissato al 2016, per consentire un sistema di incentivi e incarichi che riconosca le specificità dei vari profili professionali.
  • Divergenze tra sindacati: Mentre Cgil e Uil hanno bloccato le trattative, altre sigle sindacali come Cisl Fp, Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp si sono mostrate più propense alla firma. La CISL FP, in particolare, ritiene che firmare il contratto sia fondamentale per garantire aumenti retributivi e proteggere il potere d’acquisto dei lavoratori.
  • Indisponibilità del Governo: Il Governo, rappresentato dal Ministro Zangrillo, ha comunicato di non voler stanziare ulteriori risorse oltre a quelle già previste.

In sintesi, lo stallo è dovuto principalmente alla richiesta di maggiori risorse economiche da parte di Cgil e Uil, che ritengono insufficienti gli aumenti proposti e che mancano risposte adeguate per specifiche categorie professionali. La divergenza di vedute tra i sindacati e l’indisponibilità del Governo a incrementare le risorse hanno portato all’interruzione delle trattative.

Qual è la cifra richiesta da CGIL e UIL per sbloccare il contratto?

Per sbloccare il contratto del comparto Funzioni Locali, Cgil e Uil hanno richiesto il recupero integrale del potere d’acquisto perso dai dipendenti pubblici a causa dell’inflazione del 2022 e del 2023. Per raggiungere questo obiettivo, secondo calcoli della Funzione pubblica, sarebbero necessari 32 miliardi di euro. Questa cifra è stata definita “impossibile da recuperare”.

I sindacati Cgil e Uil hanno ribadito che non ci sono le condizioni per sottoscrivere un’ipotesi che non fornisca risposte all’aumento dello stipendio tabellare, sottolineando l’insufficienza delle risorse stanziate. Inoltre, hanno evidenziato la necessità di strumenti di valorizzazione professionale per diverse categorie, tra cui la polizia locale, gli operatori educativi e gli assistenti sociali.

La richiesta di Cgil e Uil si basa sulla considerazione che gli aumenti salariali proposti, pari al 5,78%, sono insufficienti e non tengono conto dell’inflazione del 16,5% registrata nel triennio di riferimento. La bozza di contratto dell’ARAN prevede aumenti lordi medi mensili che variano da 111,45 euro per gli operatori a 141,5 euro per i funzionari e le elevate qualificazioni, ma questi importi si riducono notevolmente se si considera la decurtazione dell’Indennità di vacanza contrattuale (Ivc) e le detrazioni fiscali.

In sintesi, la richiesta di 32 miliardi di euro da parte di Cgil e Uil è volta a compensare la perdita di potere d’acquisto dei lavoratori del comparto Funzioni Locali a causa dell’inflazione e a garantire aumenti salariali adeguati.

Quali sono le conseguenze del blocco del rinnovo del CCNL Funzioni Locali?

Il blocco del rinnovo del CCNL Funzioni Locali ha diverse conseguenze negative per i lavoratori del comparto e per il funzionamento degli enti locali. Le principali sono:

  • Mancato adeguamento degli stipendi e del trattamento accessorio: I dipendenti degli enti locali non ricevono gli aumenti salariali previsti dal contratto, con un impatto diretto sul loro potere d’acquisto. Gli aumenti medi mensili, stimati tra 111 e 141 euro lordi, non vengono erogati, e questo si traduce in una perdita economica per i lavoratori. Inoltre, non viene adeguato il trattamento accessorio.
  • Ritardo nella contrattazione futura: Il blocco impedisce l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto relativo al triennio 2025-2027, con la conseguenza che i lavoratori non potranno beneficiare degli ulteriori aumenti salariali già previsti dalla legge finanziaria per il 2025. Questo ritardo influisce negativamente sulla possibilità di migliorare le condizioni economiche dei dipendenti nel medio termine.
  • Perdita di opportunità di sviluppo professionale: Il blocco impedisce di raggiungere obiettivi che avrebbero portato maggiori opportunità di carriera per i lavoratori, come l’area unica di inquadramento per il personale educativo-scolastico e le progressioni verticali ordinarie e in deroga per tutto il personale del comparto. Inoltre, non si concretizza la creazione dell’area autonoma delle Elevate Qualificazioni (EQ).
  • Mancata attuazione di miglioramenti normativi: Si perdono le innovazioni contrattuali già negoziate con l’ARAN, come la nuova disciplina dei turni e dei turni festivi infrasettimanali per la polizia locale e il conglobamento nello stipendio tabellare dell’indennità di comparto, con effetti positivi sul trattamento di quiescenza e sul TFS. Non vengono quindi implementate misure per la conciliazione vita-lavoro e per il miglioramento delle tutele.
  • Mancata erogazione di buoni pasto per il lavoro agile: Nonostante l’Aran avesse proposto l’erogazione di buoni pasto per i giorni di lavoro agile, questa misura non può essere implementata a causa del blocco delle trattative.
  • Frustrazione e demotivazione dei lavoratori: La situazione di stallo crea frustrazione tra i lavoratori, che vedono sfumare la possibilità di miglioramenti economici e professionali, in un comparto che già soffre per la carenza di personale e i bassi salari.
  • Danno per il funzionamento degli enti locali: Il mancato rinnovo del contratto si traduce in una difficoltà per gli enti locali, che non possono contare su un personale adeguatamente valorizzato e motivato, con un impatto negativo sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.
  • Perdita di risorse: Il blocco delle trattative fa sì che le risorse stanziate per gli aumenti dei dipendenti pubblici rischino di rimanere nelle casse dello Stato, invece di essere utilizzate per migliorare le condizioni dei lavoratori.

In sintesi, il blocco del rinnovo del CCNL Funzioni Locali comporta conseguenze negative a livello economico, professionale e normativo per i lavoratori del comparto, con ripercussioni sul funzionamento degli enti locali e sulla qualità dei servizi pubblici. La mancata firma del contratto impedisce di portare a casa miglioramenti salariali, tutele e opportunità di carriera per i dipendenti, creando una situazione di stallo che danneggia tutti gli attori coinvolti.

Quanto ammontano gli aumenti salariali proposti?

Gli aumenti salariali proposti per il rinnovo del CCNL Funzioni Locali 2022-2024 variano a seconda della categoria professionale e sono considerati insufficienti dai sindacati CGIL e UIL. In particolare:

  • Funzionari ed elevate qualificazioni: L’aumento lordo proposto è di 141,5 euro mensili. Tuttavia, decurtata l’Indennità di vacanza contrattuale (Ivc), l’aumento si riduce a 67,04 euro. L’aumento netto stimato è di circa 38,70 euro.
  • Istruttori: L’aumento lordo previsto è di 130,41 euro al mese, che si riducono a 61,80 euro una volta sottratta l’Ivc. L’aumento netto è di circa 42,26 euro.
  • Operatori esperti: L’aumento lordo ammonta a 116,03 euro mensili, che diventano 54,97 euro con la decurtazione dell’Ivc. L’aumento netto è di circa 37,59 euro.
  • Operatori: L’aumento lordo previsto è di 111,45 euro al mese, che scendono a 52,78 euro con la sottrazione dell’Ivc. L’aumento netto è di circa 36,09 euro.

Questi aumenti, considerati complessivamente, sono pari al 5,78%, una percentuale ritenuta troppo bassa dai sindacati rispetto all’inflazione del 16,5% registrata nel triennio di riferimento. CGIL e UIL sottolineano che l’incremento netto degli stipendi, dopo le detrazioni e la sottrazione dell’Ivc, è di poche decine di euro, con una conseguente perdita del potere d’acquisto per i lavoratori.

Inoltre, è importante notare che questi aumenti sono medi e possono variare in base a specifici fattori come l’anzianità di servizio e altri elementi retributivi. Questi aumenti si riferiscono al rinnovo contrattuale 2022-2024. È previsto un aumento del 5,4% per il rinnovo 2025-2027, ma l’attuale blocco delle trattative impedisce di portare a casa anche questi ulteriori aumenti.

In sintesi, gli aumenti proposti sono considerati insufficienti dai sindacati, in quanto non compensano l’inflazione e non garantiscono un adeguato riconoscimento economico ai lavoratori del comparto Funzioni Locali.

Come differiscono le posizioni dei diversi sindacati riguardo al contratto?

Le posizioni dei diversi sindacati riguardo al rinnovo del contratto del comparto Funzioni Locali divergono principalmente in merito all’accettabilità della proposta economica e alla strategia da adottare per ottenere miglioramenti contrattuali.

CGIL e UIL:

  • Rifiuto della proposta economica: CGIL e UIL sono fermamente contrarie alla bozza di contratto presentata dall’ARAN, ritenendo gli aumenti salariali proposti (pari al 5,78%) insufficienti e inadeguati rispetto all’inflazione del 16,5% registrata nel triennio di riferimento.
  • Richiesta di maggiori risorse: Questi sindacati chiedono il recupero integrale del potere d’acquisto perso dai dipendenti pubblici a causa dell’inflazione, quantificando questa richiesta in 32 miliardi di euro.
  • Priorità all’aumento dello stipendio tabellare: CGIL e UIL insistono su un aumento significativo dello stipendio tabellare come condizione essenziale per la sottoscrizione del contratto, sottolineando la necessità di strumenti di valorizzazione professionale per diverse categorie come la polizia locale, gli operatori educativi e gli assistenti sociali.
  • Critica verso il Governo e alcuni sindacati: CGIL e UIL accusano il Governo di mortificare la dignità dei lavoratori del comparto e criticano quelle sigle sindacali che sembrano più vicine all’esecutivo che agli interessi dei lavoratori.
  • Blocco delle trattative: CGIL e UIL hanno bloccato le trattative, rifiutando di firmare il contratto e chiedendo di riaprire il confronto sulle risorse.

CISL:

  • Favorevole alla firma: La CISL si è mostrata favorevole alla firma del contratto, ritenendo che, nonostante le risorse limitate, il negoziato avesse portato a miglioramenti economici, maggiori opportunità di sviluppo professionale e un rafforzamento delle tutele normative.
  • Priorità al dialogo sociale e alla contrattazione: La CISL sostiene che il dialogo sociale e la contrattazione siano gli strumenti più efficaci per migliorare le condizioni dei lavoratori, anche in un contesto di vincoli finanziari.
  • Critica verso chi blocca il negoziato: La CISL critica aspramente chi ha deciso di bloccare il tavolo di trattativa, ritenendo questa decisione dannosa per i lavoratori, che non vedranno adeguati i loro stipendi e il trattamento accessorio.
  • Accettazione degli aumenti: La CISL sembra accettare gli aumenti salariali proposti, pur sottolineando la necessità di proseguire il dialogo per ottenere ulteriori miglioramenti.
  • Sviluppo professionale e tutele: La CISL pone l’accento sullo sviluppo professionale, le tutele e la conciliazione vita-lavoro, proponendo misure come progressioni verticali, area unica per il personale educativo, e maggiore flessibilità lavorativa.

Altri sindacati:

  • Confsal Unsa, Cisl Fp, Flp e Confintesa Fp: Questi sindacati hanno firmato il CCNL delle Funzioni Centrali, dimostrando una posizione più aperta all’accordo con il governo. Non viene specificato quali siano le loro posizioni nel merito del rinnovo del CCNL Funzioni Locali, ma si può dedurre che siano più inclini alla firma anche in questo caso.

In sintesi:

  • CGIL e UIL: Posizione di netta opposizione al contratto proposto, con richiesta di maggiori risorse e blocco delle trattative.
  • CISL: Posizione più favorevole all’accordo, con priorità al dialogo sociale e alla firma del contratto.
  • Altri sindacati: Posizioni non specificate ma orientate verso l’accordo e la firma del contratto.

La principale differenza tra le posizioni sindacali risiede nella valutazione dell’adeguatezza degli aumenti proposti e nella strategia per raggiungere miglioramenti contrattuali: da un lato, CGIL e UIL preferiscono bloccare le trattative per ottenere maggiori risorse, dall’altro, la CISL privilegia il dialogo e la contrattazione per ottenere risultati concreti, anche se non ottimali.

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