truffa

Agente di Polizia Locale: Pubblico Ufficiale Sempre, Anche Fuori Servizio?

Riflessioni sulla Recente Sentenza della Cassazione

Indice

Care Colleghe e Colleghi,

desidero condividere alcune riflessioni urgenti e necessarie in merito alla recente sentenza della Corte di Cassazione n. 13264, depositata in data odierna. Questa pronuncia, che ha respinto il ricorso di un imputato accusato di resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di un sovrintendente della polizia municipale intervenuto fuori servizio e in borghese per sventare una truffa, apre scenari importanti e merita una nostra attenta analisi.

La Cassazione ha chiarito un punto cruciale: un agente di polizia municipale che interviene nel proprio ambito territoriale per sventare un reato in flagranza, anche se fuori servizio e in abiti civili, agisce come pubblico ufficiale. Questa interpretazione si basa sul combinato disposto dell’articolo 5 della Legge n. 65 del 1986 (Legge quadro sull’ordinamento della polizia municipale) e dell’articolo 57, comma 2, lettera b) del Codice di Procedura Penale.

Il caso

Secondo i giudici, la qualifica di agente di polizia giudiziaria permane se l’intervento avviene nell’ambito territoriale dell’ente di appartenenza, durante un’azione di accertamento di un reato rientrante nelle attribuzioni dell’agente. La Cassazione ha sottolineato come, in situazioni di potenziale pericolo per la sicurezza pubblica e di perseguimento dei reati, debba prevalere la natura funzionale dell’intervento rispetto al mero orario di servizio. In altre parole, se un agente viene a conoscenza diretta di un reato nel proprio territorio, l’intervento è da considerarsi un atto d’ufficio o di servizio, indipendentemente dal fatto che sia in turno o meno.

Questa sentenza, pur riconoscendo la centralità del ruolo di pubblico ufficiale che ci compete, solleva alcune questioni delicate, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la tutela dei nostri agenti che si trovino ad operare fuori servizio.

Cosa succede in caso di infortunio sul lavoro durante un intervento fuori servizio?

Questo è un aspetto che come sindacato ci preoccupa particolarmente. Se un agente, agendo in base a quanto sancito da questa sentenza, dovesse subire un infortunio mentre interviene fuori servizio per sventare un crimine, come verrebbe considerato tale evento ai fini della tutela infortunistica sul lavoro?

Riteniamo fondamentale che venga fatta chiarezza su questo punto. Se l’intervento fuori servizio è ora a tutti gli effetti considerato un “atto d’ufficio o di servizio”, anche le eventuali conseguenze negative, come gli infortuni, devono essere riconosciute come infortuni sul lavoro a tutti gli effetti, garantendo agli agenti la piena tutela prevista dalla legge.

È impensabile che un agente sia chiamato ad intervenire, anche fuori servizio, per garantire la sicurezza pubblica e poi non veda riconosciuti i propri diritti in caso di infortunio subito durante tale intervento.

Come rappresentanti dei lavoratori della Polizia Locale, ci faremo portavoce presso le istituzioni competenti affinché vengano forniti chiarimenti ufficiali e tutele adeguate per i colleghi che, con senso del dovere e spirito di servizio, intervengono anche al di fuori del proprio orario di lavoro per proteggere la comunità.

Conclusioni

Questa sentenza della Cassazione, pur definendo un importante principio sulla nostra qualifica di pubblico ufficiale, ci impone una riflessione approfondita sulle implicazioni operative e sulla necessità di garantire la massima sicurezza e tutela a tutti gli agenti della Polizia Locale, in ogni circostanza in cui si trovino ad agire a difesa della legalità e della cittadinanza.

Continueremo a monitorare attentamente gli sviluppi e a far sentire la voce di tutti Voi.

Tag: Nessun tag

I commenti sono chiusi.