La direttiva impone 40 ore annuali di formazione a partire dal 2025
Indice
- La direttiva impone 40 ore annuali di formazione a partire dal 2025
- Premessa
- Come si concilia questa direttiva con la mancanza di personale e quindi con la decurtazione di ore lavoro da dedicare alla formazione?
- Cosa stabilisce la direttiva del Ministro Zangrillo sulla formazione dei dipendenti pubblici?
- In che modo la direttiva responsabilizza i dirigenti nella gestione della formazione?
- Podcast con accento straniero
Premessa
La direttiva del Ministro Zangrillo sulla formazione obbligatoria dei dipendenti pubblici. La direttiva impone 40 ore annuali di formazione a partire dal 2025, focalizzandosi sullo sviluppo del capitale umano e sul miglioramento delle performance, con particolare attenzione alle transizioni digitale, ecologica e amministrativa. Viene sottolineata la responsabilità dei dirigenti nella gestione della formazione e l’importanza della piattaforma Syllabus per l’erogazione dei corsi. Infine, vengono discusse le criticità e le prospettive future dell’iniziativa, incluse le osservazioni dell’ANP sul suo impatto nel settore scolastico.
Come si concilia questa direttiva con la mancanza di personale e quindi con la decurtazione di ore lavoro da dedicare alla formazione?
La direttiva sulla formazione dei dipendenti pubblici, emanata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, sottolinea l’importanza della formazione come strumento per lo sviluppo del capitale umano e il miglioramento della performance delle amministrazioni. Tuttavia, la sua attuazione solleva interrogativi sulla conciliabilità con la carenza di personale e la conseguente riduzione di ore lavorative dedicate alla formazione.
Ecco alcuni punti chiave che emergono dai documenti, che evidenziano la necessità di un approccio equilibrato e flessibile:
- Obbligatorietà e necessità della formazione: La direttiva introduce un obbligo di 40 ore annuali di formazione per ogni dipendente pubblico a partire dal 2025. Questo requisito, però, viene anche definito “necessario” per affrontare le sfide della transizione digitale, ecologica e amministrativa. La formazione non è vista solo come un adempimento, ma come un fattore cruciale per la crescita professionale e l’efficacia delle amministrazioni.
- Responsabilità dei dirigenti: I dirigenti sono chiamati a promuovere e garantire la partecipazione dei dipendenti ai percorsi formativi, diventando “gestori” del personale con la responsabilità di sviluppare uno spirito di squadra. La formazione è considerata un obiettivo di performance misurabile per i dirigenti. Il mancato raggiungimento degli obiettivi formativi può comportare conseguenze disciplinari ed economiche per i dirigenti.
- Flessibilità e personalizzazione della formazione: La direttiva promuove l’utilizzo della piattaforma “Syllabus” per offrire percorsi formativi personalizzati, basati sull’analisi delle competenze e sui bisogni specifici di ciascun dipendente. Questo approccio modulare consente di individuare lacune formative e di orientare l’offerta verso obiettivi concreti di crescita. Le amministrazioni possono integrare l’offerta di Syllabus con ulteriori percorsi specialistici, adattati alle esigenze operative dei diversi settori.
- Valorizzazione della formazione come investimento: La direttiva evidenzia che la formazione non è un costo, ma un investimento nel capitale umano e nel valore pubblico. La crescita professionale e il benessere dei dipendenti sono considerati fattori che migliorano la motivazione, il senso di appartenenza e la produttività. La formazione è essenziale per affrontare le sfide dell’innovazione e per garantire che le amministrazioni pubbliche siano in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini.
- Sistema di monitoraggio e valutazione: La direttiva prevede un sistema di monitoraggio e valutazione per misurare l’impatto della formazione sulla creazione di valore pubblico e sull’efficacia dell’amministrazione. Le amministrazioni devono tracciare il numero effettivo di dipendenti che completano con successo gli interventi formativi pianificati.
- Risorse e strumenti a supporto della formazione: Oltre alla piattaforma Syllabus, la direttiva indica l’offerta formativa del Dipartimento della Funzione Pubblica, della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) e del Formez PA come strumenti a supporto della formazione del personale pubblico. Sono previsti finanziamenti del PNRR per percorsi formativi specifici, con particolare attenzione ai temi della leadership, delle competenze digitali, dell’etica professionale e della prevenzione della violenza di genere.
- Criticità e sfide: Nonostante l’importanza attribuita alla formazione, la direttiva riconosce che la richiesta di un numero minimo di ore di formazione per ogni dipendente potrebbe mettere sotto pressione le amministrazioni con risorse limitate. L’effettivo impatto della formazione dipende dalla capacità dei dirigenti di tradurre le conoscenze acquisite in miglioramenti tangibili nella gestione pubblica e dalla disponibilità a coordinare efficacemente le risorse. Un’altra sfida è garantire che l’offerta formativa risponda alle specifiche esigenze dei diversi settori della Pubblica Amministrazione. Inoltre, il documento sottolinea che la formazione non deve concentrarsi solo sulle competenze tecniche, ma deve abbracciare anche l’educazione umanistica.
In sintesi, la direttiva cerca di conciliare l’obbligatorietà della formazione con le difficoltà operative attraverso un approccio flessibile, personalizzato e orientato al risultato. Pur prevedendo un minimo di ore di formazione, si sottolinea la necessità di integrare la formazione nell’attività lavorativa quotidiana e di promuoverla come strumento per lo sviluppo professionale e il miglioramento dei servizi pubblici, in un’ottica di valorizzazione del capitale umano. L’efficacia della direttiva dipenderà, in ultima analisi, dalla capacità delle amministrazioni di recepire questo approccio, trasformando la formazione da mero obbligo a reale opportunità di crescita.
Cosa stabilisce la direttiva del Ministro Zangrillo sulla formazione dei dipendenti pubblici?
La direttiva del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, sulla formazione dei dipendenti pubblici, mira a potenziare il capitale umano nelle amministrazioni, migliorando le competenze, le capacità e le risorse del personale. La direttiva si inserisce in un quadro più ampio di iniziative del Dipartimento della Funzione Pubblica per sostenere la formazione.
I principali aspetti della direttiva sono:
- Obiettivo di performance: La formazione è considerata un obiettivo di performance concreto e misurabile, che ciascun dirigente deve assicurare.
- Obbligo di 40 ore di formazione annue: A partire dal 2025, ogni dipendente pubblico deve completare almeno 40 ore di formazione all’anno. Questo obbligo è inteso a garantire un aggiornamento continuo delle competenze.
- Aree di formazione: La direttiva definisce aree di formazione trasversali e strategiche, comuni a tutte le amministrazioni pubbliche:
- Competenze digitali: Per la transizione digitale delle amministrazioni.
- Transizione ecologica: Per promuovere la sostenibilità ambientale.
- Transizione amministrativa: Per migliorare i processi decisionali e organizzativi.
- Etica, trasparenza e integrità: Per garantire legalità e fiducia nelle istituzioni.
- Leadership e soft skills: Per migliorare la gestione del personale.
- Prevenzione della corruzione.
- Salute e sicurezza sul lavoro.
- Lavoro agile.
- Pianificazione strategica.
- Responsabilità dei dirigenti: I dirigenti sono responsabili della formazione del personale, considerati “gestori” delle risorse umane. Devono garantire la partecipazione attiva dei dipendenti ai percorsi formativi e lo sviluppo di un clima lavorativo collaborativo. I dirigenti possono incorrere in responsabilità per inosservanza delle direttive e mancato raggiungimento dei risultati.
- Piattaforma Syllabus: La direttiva promuove l’utilizzo della piattaforma “Syllabus” per l’erogazione di percorsi formativi personalizzati. Le amministrazioni devono registrarsi sulla piattaforma e abilitare i dipendenti alla fruizione dei corsi. Syllabus offre percorsi formativi che spaziano dalle competenze di base a contenuti specialistici.
- Monitoraggio e valutazione: È previsto un sistema di monitoraggio e valutazione della formazione per misurare l’impatto sulla creazione di valore pubblico e sull’efficacia dell’amministrazione. Le amministrazioni devono tracciare il numero effettivo di destinatari che completano con successo ogni intervento formativo.
- Formazione come investimento: La direttiva sottolinea che la formazione non è un costo, ma un investimento nel capitale umano e nella crescita delle persone. La formazione deve produrre valore per i dipendenti, le amministrazioni e i cittadini.
La direttiva si inserisce nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), promuovendo lo sviluppo delle competenze necessarie per la transizione digitale, ecologica e amministrativa. La direttiva richiama la necessità di una formazione “necessaria” per il conseguimento dei target del PNRR.
La direttiva è stata emanata per dare attuazione in Italia ai principi del ComPAct, l’iniziativa dell’Unione Europea per una pubblica amministrazione di qualità. La direttiva si propone di trasformare ogni amministrazione pubblica in un’ “accademia di sapere continuo”.
In sintesi, la direttiva mira a rendere la formazione un elemento centrale nella gestione del personale pubblico, con l’obiettivo di migliorare le competenze, l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini.
In che modo la direttiva responsabilizza i dirigenti nella gestione della formazione?
La direttiva del Ministro per la Pubblica Amministrazione responsabilizza i dirigenti nella gestione della formazione attraverso diversi meccanismi e principi, ponendoli al centro del processo di sviluppo del personale. Ecco i principali aspetti che delineano questa responsabilizzazione:
- Obiettivi di performance: La direttiva stabilisce che la formazione è un obiettivo di performance concreto e misurabile per ciascun dirigente. Questo significa che i dirigenti sono valutati anche in base alla loro capacità di garantire la partecipazione attiva dei dipendenti ai percorsi formativi e al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.
- Responsabilità della gestione del personale: I dirigenti sono considerati i “gestori” del personale e hanno la responsabilità di prendersi cura della crescita professionale dei dipendenti, promuovendo un ambiente di lavoro collaborativo e attento alle esigenze formative.
- Garanzia della partecipazione alla formazione: I dirigenti sono tenuti ad assicurare che i dipendenti completino le ore di formazione obbligatorie, a partire dal 2025 con un minimo di 40 ore annuali pro-capite. Questa responsabilità include l’organizzazione dei percorsi formativi in modo da non impattare eccessivamente sull’attività operativa e la promozione della partecipazione attiva.
- Pianificazione e programmazione della formazione: I dirigenti devono partecipare alla definizione dei programmi formativi della propria amministrazione, assicurando che siano coerenti con gli obiettivi strategici dell’ente e con i fabbisogni formativi del personale. Questo implica una profonda comprensione delle esigenze del proprio team e dell’organizzazione nel suo complesso.
- Monitoraggio e valutazione della formazione: I dirigenti sono responsabili di monitorare l’attuazione dei programmi formativi e di valutarne i risultati e gli impatti in termini di crescita delle persone, performance individuale e organizzativa e valore pubblico. Questo include anche la verifica che i dipendenti completino con successo i percorsi formativi.
- Responsabilità dirigenziale: Il mancato rispetto degli obblighi relativi alla formazione espone il dirigente a responsabilità dirigenziale, che può includere il mancato rinnovo dell’incarico, la revoca dello stesso o addirittura il recesso. Inoltre, i risultati negativi della gestione, incluso il mancato raggiungimento degli obiettivi delle politiche formative, possono avere conseguenze sul trattamento economico accessorio.
- Sviluppo di piani formativi individuali: I dirigenti devono definire piani formativi individuali per i propri dipendenti, tenendo conto del loro ruolo, delle loro esigenze e del loro potenziale di sviluppo professionale. Questo implica un confronto costante con il singolo dipendente per comprendere le sue necessità di formazione.
- Promozione della formazione continua: I dirigenti sono chiamati a promuovere una cultura della formazione continua, non solo come adempimento di un obbligo, ma come strumento per lo sviluppo professionale e la crescita dell’organizzazione. Questo implica anche un ruolo di guida e di esempio per i propri collaboratori.
- Utilizzo della piattaforma Syllabus: I dirigenti devono abilitare il personale all’uso della piattaforma Syllabus, e assegnare i percorsi formativi necessari per l’attuazione dei processi di innovazione del PNRR. Inoltre, sono responsabili della fruizione dei corsi da parte del personale nei tempi programmati.
In sintesi, la direttiva responsabilizza i dirigenti attribuendo loro un ruolo centrale nella gestione della formazione, non solo come supervisori, ma come veri e propri promotori dello sviluppo del personale. Essi sono chiamati a garantire la partecipazione, la qualità e l’efficacia della formazione, in un’ottica di miglioramento continuo delle competenze e dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione. La formazione diventa quindi uno strumento fondamentale per la crescita professionale dei dipendenti e per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi, con i dirigenti in prima linea nella sua attuazione.